Il Piede presenta molte articolazioni, esse sono complesse e numerose e necessitano di un aiuto importante , quale quello svolto dalla caviglia. La caviglia , art. tibio-tarsica, sviluppa le sue mobilità sul piano sagittale.
Questa articolazione è necessaria se non indispensabile alla marcia, sia che avvenga su terreno piano o su terreno accidentato, e condiziona i movimenti della gamba in rapporto al piede . La caviglia quindi in appoggio monopodalico sopporta la totalità del peso corporeo . In dinamica quando un piede prende contatto con il suolo durante la marcia , la corsa o il salto il peso corporeo diventa molto più rilevante. Il piede, provvederà a orientare il movimento sugli altri due piani dello spazio, il frontale e l’orizzontale, per permettere alla pianta del piede di poggiare correttamente al suolo, qualunque sia la posizione della gamba e l’inclinazione del terreno. Le articolazioni del piede modificano le forme e la curvatura della volta plantare per poter adattare il piede alle asperità del terreno e inoltre creare tra il suolo e la gamba, che trasmette il peso del corpo, un sistema di ammortizzatore che dia al passo elasticità e scioltezza.
La pianta del piede non poggia completamente sul terreno ma si alza nella volta plantare, superficie concava delimitata da tre archi, detti archi plantari, ciascuno situato in un lato della superficie plantare del piede, che sono detti arco trasverso, arco longitudinale mediale e arco longitudinale laterale. Gli archi plantari hanno la funzione di trasformare le spinte verticali in spinte laterali allo scopo di migliorare la distribuzione del peso corporeo sulla esigua superficie del piede, sia in posizione eretta che durante la deambulazione. I punti di appoggio della volta plantare corrispondono alla testa del primo metatarso, alla testa del quinto metatarso ed alle tuberosità posteriori del calcagno. Questi sono i punti dove dobbiamo avere la consapevolezza di poter scaricare il nostro peso.
La curvatura e gli orientamenti della volta dipendono da un equilibrio estremamente delicato fra le diverse azioni muscolari. L’insufficienza o la contrattura di un solo muscolo , distrugge tutto l’equilibrio e porta ad una deformazione. Ogni arco plantare ha dei cunei , costituiti dalle ossa del tarso e del metatarso, e una chiave di volta, l’osso che la rappresenta è caratterizzato dall’inserzione di un muscolo della gamba che la sorregge e impedisce all’arco di crollare. L’azione dei muscoli è quindi mirata a sostenere la chiave di volta degli archi plantari. Come in architettura , l’arco è in grado di sostenere grandi carichi verticali purché le basi siano stabili, in caso contrario l’arco cede. Viene spontaneo riflettere sull’ importanza della dinamica del passo , perché in questo modo possiamo avere dei muscoli forti che sostengono e consentono ai piedi di camminare.
Consideriamo l’importanza in primo luogo di stare su due piedi attivi, il piede deve poter appoggiare con tutte le dita il bordo laterale l’intero calcagno escludendo l’ arco interno del piede che non deve poggiare a terra ma deve mantenere la sua volta proiettata in alto.
Quando camminiamo dobbiamo mantenere i piedi paralleli ed evitare che l’avampiede ruoti verso l’esterno. L’allineamento dei piedi consentirà alla testa femorale di orientarsi nel giusto grado nella cavità cotiloidea; questo eviterà una usura precoce dell’articolazione coxo-femorale (artrosi). Nella dinamica del passo il piede prende contatto con il suolo per mezzo del tallone. Immediatamente, sotto la spinta della gamba,il resto del piede poggia sul suolo ( impronta plantare).
Quando il peso del corpo è davanti al piede la contrazione degli estensori della caviglia e del tricipite comincia a sollevare il tallone, e il corpo è sollevato e portato in avanti. Saranno ora le dita a spingerlo definitivamente avanti. Quando agisce l’avampiede è opportuno ricercare l’appoggio dal quinto dito al primo, cosi da attivare tutta la forza muscolare propulsiva della gamba.
SONIA CUPELLI
fisioterapista osteopata