EDEMA E CELLULITE
Edema
Per avere un’immagine del tessuto connettivo dermico, dobbiamo pensare ad una gelatina abbastanza viscosa, nella quale sono immerse le cellule, le fibre che costituiscono l’impalcatura(collegene e elastina) , i vasi sanguigni , linfatici e i nervi. E’ molto importante che questa gelatina mantenga uno stato di viscosità tale che i fluidi ematici possano diffondersi con efficacia e nella giusta quantità. Può capitare che i colloidi del derma presentino un eccesso di viscosità, come un difetto di viscosità. Se diminuisce la trasudazione dei fluidi attraverso i capillari, viene a mancare l’acqua e si ha una disidratazione ; se invece vi è una eccessiva trasudazione, si ha un eccesso di idratazione. In quest’ultimo caso dove una vasta zona cutanea ha una eccessiva trasudazione dei capillari , e un relativo difetto di riassorbimento , si crea la condizione definita Edema. Nell’edema infatti si producono maggiori concentrazioni di mucopolisaccaridi . Questo elevato numero di mucopolisaccaridi dovrebbe essere ridotto dagli enzimi ; la difficoltà di movimento è tale che la diffusione degli enzimi è rallentata, quindi anche la demolizione dei mucopolisaccaridi è minima e insufficiente. Questa difficoltà del sistema impedisce il ripristino di una fluidità normale. Ogni volta che il tessuto si tende per eccesso di turgore e viscosità (edema) i vasi linfatici si dilatano,aumentano la loro capacità funzionale, e il sistema linfatico inizia il riassorbimento graduale dell’edema. Quando tutto funziona , I sistemi biologici che regolano la viscosità non mancano e si attivano per rendere al tessuto un ottimo servizio . Quando la viscosità è troppa alcuni enzimi demoliscono le molecole più idrofile note con il nome di mucopolisaccaridi; liberando l’acqua legata nei mucopolisaccaridi si ristabilisce la fluidità necessaria. Viceversa , quando la viscosità è poca intervengono i fibroblasti che producono rapidamente nuove molecole idrofile,i glucosaminoglicani. Queste molecole danno vita a nuovi mucopolisaccaridi e ben presto l’ambiente riacquista la viscosità normale. Questa capacità di fissare l’acqua è una capacità del tessuto giovane, che con gli anni si viene a perdere.
Cellulite
Il termine cellulite, che dovrebbe indicare “infiammazione della pelle” è in realtà inesatto perché non si tratta di un processo infiammatorio ma degenerativo. L’infiltrato cellulitico qualunque sia la causa, si instaura e progredisce molto lentamente ma in modo inesorabile. Se persistono i fattori che l’hanno fatto insorgere,e non si attiva un trattamento adeguato, la cellulite si trasforma con il tempo in un tessuto con evidenti macronoduli e distrofie a livello del micro – circolo. Nella cellulite assistiamo ad una disidratazione dei setti connettivali, che porta questi a restringersi ed a comprimere il tessuto adiposo.
Possiamo pensare ad una suggestiva ed efficace descrizione dell’aspetto cellulitico, paragonandolo ad un struttura a materasso dove le sporgenze rappresentano le parti adipose e le retrazioni il connettivo lasso, divenuto fibroso; sono propie queste fibre che restringono il pannicolo adiposo sottocutaneo. L’evoluzione del processo cellulitico si può suddividere in quattro stati:
- Stadio congestizio , nel corso del quale modificazioni metaboliche e vascolari alterano la nutrizione e il rifornimento di sangue in certe aree del tessuto dermoipodermico. Ne consegue una congestione locale con trasudazione di liquido dai capillari verso i tessuti circostanti, per cui il primo segno è un certo gonfiore in queste sedi.
- Stadio essudativo- infiltrativo, che coincide con un rallentamento dei circoli sanguigno e linfatico , destinati a ostacolare l’allontanamento dalle scorie metaboliche dai tessuti, che ne restano imbibiti. E’ cosi che la trama elastica del tessuto connettivo di sostegno che si trova sotto la pelle, comincia a degenerare e compaiono i primi micronoduli.
- Stadio organizzativo – fibroso, fase in cui l’impalcatura del derma e del sottocutaneo si scompagina, la sua trama elastica paragonabile a una vera e propia rete di contenimento va incontro a sclerosi e finisce per inglobare anche il grasso rallentando sempre più gli scambi nei tessuti colpiti.
- Stadio cicatriziale, stadio in cui il connettivo del tessuto sottocutaneo diventa sempre più sclerotico e tende a retrarsi in modo sempre più vistoso, risultando invaso dalle scorie. Le alterazioni della superficie cutanea diventano anche visivamente evidenti e antiestetiche. Siamo allo stadio finale della cellulite.
La cellulite si distingue dall’obesità in quanto la prima è presente in zone circoscritte ed è limitata a zone particolari della superficie cutanea. Non interessa mai i distretti interni e i tessuti profondi del corpo, ma soltanto le aree dermo- ipodermiche, cioè il retroterra della cute in certi punti del corpo. Non regredisce mai spontaneamente e non risponde alle cure dimagranti e alla somministrazione di diuretici.
Con queste premesse risulta salutare affrontare il tessuto cellulitico con un efficace trattamento manuale integrato anche da stimolazioni fornite da opportune apparecchiature elettriche. La componente elettrica, quando serve, deve occupare una parte del trattamento, e deve essere sempre seguita da un massaggio manuale perché è importante sapere che la manualità garantisce un naturale e indiscutibile benessere cellulare , azione non paragonabile ad una stimolazione elettrica.
MASSAGGIO
Il massaggio agisce sulle vene agevolando il deflusso, favorendo quindi la risoluzione di congestioni e stasi. Migliorare il circolo significa favorire il riassorbimento di prodotti metabolici e di trasudati dagli spazi intracellulari al circolo venoso e linfatico . Successivamente tale assorbimento consentirà un ‘accelerazione dell’attività cellulare, dimostrata dalla presenza di azoto in quantità superiore nelle urine dopo il massaggio. La secrezione urinaria (diuresi) viene notevolmente stimolata nel soggetto dopo un massaggio generale. IL massaggio rafforza una azione che già normalmente avviene e che spesso non è abbastanza efficace. Non va trascurata l’importanza del massaggio sui fenomeni psichici del soggetto trattato. Esso può avere un’azione sedativa sui soggetti ansiosi ed un’azione stimolante sui soggetti psichicamente depressi. IL massaggio è un insieme di manovre coordinate tra loro. Esistono due manovre superficiali: lo sfioramento e la frizione.
Queste manovre hanno un effetto sui tessuti più superficiali : cute, sottocute e muscoli. Lo sfioramento ha un effetto antalgico (innalzamento della soglia dolorifica) per azione sulle terminazioni nervose cutanee, tramite l’eliminazione di prodotti tossici locali e aumento della temperatura.
La frizione ha una azione di scollamento dei tessuti superficiali da quelli profondi ed è la manovra principale del massaggio per risolvere esiti cicatriziali, stati cronici conseguenti a processi infiammatori, nodosità muscolari e adipose. Le manovre che interessano gli strati più profondi sono tre: l’impastamento, la percussione e la vibrazione.
L’impastamento si esegue con una presa del tessuto profondo a cui segue, un sollevamento, una torsione e un rilasciamento . In tal modo con la torsione del tessuto si effettua una specie di spremitura del sangue e con il successivo rilasciamento si ha un vortice di richiamo per i liquidi, cosi da avere l’effetto di una pompa.
La percussione ha un’azione tonificante sui tessuti, poiché lo stimolo impresso con essa scatena una reazione neuroumorale nella regione trattata, tale da determinare un rapido flusso di sangue, quindi maggior nutrimento; trova la sua indicazione negli stati di ipotrofia e ipotonia muscolare e ciò favorisce a livello epidermico un aspetto tonico.
Infine la vibrazione che dal ritmo impresso con le mani può avere un’azione sedativa o stimolante. Ginette Blery, psicologa, scrisse “ Andare in un Istituto di bellezza significa, anzitutto, che si ha interesse per il proprio corpo. Questa decisione implica che se ne riconosce l’importanza e può, dunque, essere segno di un perfetto accordo con se stessi”