Il bacino considerato nel suo insieme trasmette gli sforzi tra il rachide e gli arti inferiori. Il peso della testa e del torace grava sulla quinta vertebra lombare, dalla vertebra il peso si suddivide in due parti uguali verso le ali del sacro,poi, attraverso le spine ischiatiche verso la cavità cotiloidea, l’acetabolo(linea rossa dello schema). A questo livello dell’anca giunge la resistenza del suolo al peso del corpo.
Questa resistenza risale sulle gambe sulle cosce fino ad essere trasmessa una parte sul collo del femore e della testa femorale e un’ altra parte della forza si dirige e attraversa la branca orizzontale del pube. La forza proveniente dalla branca pubica destra e sinistra si oppongono a livello della sinfisi pubica annullandone la spinta(linea blu dello schema). Immaginiamo di vedere il bacino dall’alto, come se fosse un anello. Le forze che scendono dalla testa e dal torace si incontrano con le forze che risalgono dagli arti inferiori. Questo incontro di forze consente la stabilità del bacino ne favorisce la centralità e la simmetria perché unisce tutte le strutture presenti in un unico abbraccio circolare.
Questo consente di prevenire rotazioni e asimmetrie del bacino ; permette al sacro di mantenere la sua prima vertebra fusa S1 allineata , solida e resistente alle sollecitazioni e favorisce un buon appoggio articolare della quinta vertebra lombare sulla prima vertebra sacrale, più avanti descriveremo questo delicato equilibrio. Se si interrompe la corretta azione di uno solo di questi elementi andiamo incontro a fastidiosi dolori lombari.
Ogni interruzione del lavoro meccanico in un punto si ripercuote sulla totalità dell’anello pelvico e ne compromette la resistenza. Pensiamo solo al delicato equilibrio della cerniera lombo-sacrale. Consideriamo che il sacro fisiologicamente per le forze sopra descritte è inclinato un po’ in avanti (nutazione) e la vertebra lombare che vi si appoggia sopra tende a proiettare il suo carico un po’ sul sacro e un po’ in avanti. Questo slittamento in avanti della vertebra lombare è contenuto da un geniale microscopico incastro tra le articolari superiori della prima sacrale e le articolari inferiori della vertebra lombare . Sarà la forza del sacro a mantenere l’equilibrio. Ma cosa occorre per centrare il sacro? Occorre avere arti inferiori allineati, assenza di rotazione del bacino e un occipite ( la nuca) con libertà funzionale.
Una biomeccanica corretta non dipende solo da uno scorrimento completo tra le superfici articolari ossee , ma anche da un buon funzionamento viscerale. Ipotizziamo di soffrire di colite, spesso la parte iniziale del colon presente nella fossa iliaca destra esercita una trazione sul legamento colico e sulle aponeurosi connettivali che collegano il colon all’osso iliaco , questo collegamento di sostegno può attivare una trazione che orienterà l’ileo in una posizione anomala ,disturbando l’intero bacino. Questo è uno dei tanti motivi, ma abituiamoci a pensare che alcuni disturbi cronici viscerali influenzano gli assetti biomeccanici .
Riappropriarsi di un buon assetto articolare , attraverso manipolazioni riabilitative, consente di togliere il dolore e di permettere al viscere di ricollocarsi in un ambiente più confortevole.
Quando una parte viscerale si trova nella giusta posizione perché è accolta da una superficie ossea che consente una buona inserzione tendinea e legamentosa, essa può lavorare con maggior tranquillità. Un buon assetto osseo favorisce una plasticità muscolare , connettivale, che consente un’ottima vascolarizzazione arteriosa perché permette alla rete capillare di arrivare in ogni distretto , anche quello più periferico nutrendolo efficacemente. Ripristinare la micro mobilità ossea , parliamo di movimenti infinitesimali, vuol dire garantire ad ogni processo articolare la capacità di far scivolare le superfici ossee tra di loro alla presenza del solo respiro .
Durante la notte quando dormiamo pur stando piuttosto fermi le nostre articolazioni si muovono eseguendo micromovimenti, questo processo ne garantisce il mantenimento .
Quando ci svegliamo la mattina senza nessun dolore osseo vuol dire che i micromovimenti sono garantiti altrimenti dobbiamo ripristinarli .
SONIA CUPELLI
fisioterapista osteopata