Rieducazione posturale globale
Con questo titolo si invita a pensare ad un approccio corporeo globale riabilitativo che è rivolto al paziente ; egli diventa soggetto attivo nell’atto rieducativo.Il terapista diventa protagonista di una tecnica riarmonizzante che si sviluppa mediante l’attenta ricerca dei segmenti corporei che sono sede della disfunzione primaria, ma anche dei distretti che partecipano allo squilibrio con azione di compenso e difesa antalgica.
L’obiettivo rieducativo è mirato al ripristino di una condizione di equilibrio , e alla rimozione dei “compensi” attraverso l’individuazione di zone somatiche corporee, particolarmente variabili nella consistenza, nella temperatura e nella pressione. Ci sono varie tecniche di rieducazione posturale, tra le più conosciute ricordiamo quelle presentate da Francoise Mézierès e Philippe-Emmanuel Souchard. “Il corpo”, dice F. Mézierès, “è anche schiacciato dalla propia forza peso”, vale a dire che il nostro corpo oltre a essere stimolato dalla forza di gravità, deve reagire alla reazione terrestre data dall’appoggio dei piedi . Quindi oltre a queste catene di forza ascendente e discendente, deve sostenere la propia forza muscolare, le ipertonie, gli stati di tensione e contrazione, la perdità di elasticità e le fibrotizzazioni . Il corpo riceve una linea di forza discendente che dalla testa va verso il bacino e in prossimità del bacino si divide in due direzioni per raggiungere le anche, e dal basso due linee di forza ascendente che dai piedi salgono fino alle articolazioni delle anche e si diramano verso il pube . L’incontro delle forze ascendenti e delle forze discendenti stabilizza il bacino, parte importante perché sede degli organi di riproduzione, e la stabilità ossea del bacino consente agli organi in esso contenuti di essere ben vascolarizzati , e quindi funzionanti. Questa premessa fa riflettere sulle attenzioni nella biomeccanica del bacino che il corpo generosamente offre, affinchè tutto sia predisposto per il meglio .
I suggerimenti di Mézierès arrivano in un momento in cui a livello riabilitativo nella pratica della kinesiterapia l’intervento essenziale erano gli esercizi per il rafforzamento muscolare. Secondo il metodo Mèzierès questo tipo di esercizi erano considerati dei fattori aggravanti per alcune deviazioni e deformazioni articolari. Per esempio, si può rafforzare la muscolatura dorsale di un bambino che corre il rischio di sviluppare una scoliosi? La risposta per Mèzières è no. No al rafforzamento della muscolatura, e no allo stiramento locale e globale passivo. Con F. Mèzières il lavoro comincia più spesso dalle estremità,dai piedi: esso verrà eseguito partendo dalle estremità, dai piedi, dalle mani e dalla testa, per interessare poi tutto il resto del corpo. I l lavoro deve avvenire inoltre con la partecipazione del paziente che deve essere presente e cosciente,consapevole dell’azione che sta facendo. Ciò che conta è allungare nell’allineamento, con l’aiuto di tecniche riflesse, respiratorie e con modellamenti che favoriscono la scomparsa delle tensioni, tutto nel completo lavoro attivo del paziente . Tra i principi del metodo, è molto importante” stirare “ scoprendo e correggendo tutte le “compensazioni” , le flessioni e gli slittamenti articolari in tutto il corpo. Altro importante esponente sul metodo di Rieducazione Posturale Globale è Fhilippe-Emmanuel Souchard.
L’autore sollecita un approccio corporeo globale dove il paziente si pone come soggetto attivo dell’atto rieducativo, mentre il terapista diviene protagonista di una tecnica riarmonizzante che si sviluppa mediante l’attenta ricerca dei segmenti corporei che sono sede della disfunzione primaria, ma anche dei distretti che partecipano allo squilibrio con azione di compenso e difesa antalgica. L’obiettivo del metodo è un approccio rieducativo mirato al ripristino di una condizione di equilibrio, ed alla rimozione dei “compensi” . l’Autore ci tiene a sottolineare come il paziente, o più semplicemente la persona, è una unità psicosomatica indivisibile, che si esprime attraverso posture e movimenti. Questa condizione propone e analizza la relazione tra meccanismi antalgici e comportamentali, consapevoli ed inconsci che condizionano l’assetto morfo –posturale e l’aspetto psico-comportamentale. I dismorfismi o le anomalie dello schema di movimento, vengono considerati non in quanto tali ma in relazione ai “meccanismi” di difesa fisici o psichici. L’originalità del metodo sta nella ricerca dei compensi assunti dal corpo , nel tentativo di superarli attraverso un recupero dell’equilibrio psico-fisico. Il nostro corpo esegue sempre le richieste motorie; la necessità di mantenere una valida esecuzione motoria, anche in condizioni di alterata funzionalità del sistema, porta spesso a “compensi” che alla lunga possono risultare dannosi. Questo moderno approccio riabilitativo vuole realizzare una perfetta sintesi tra struttura motoria di sostegno e struttura motoria dinamica, tra muscoli agonisti e antagonisti.